venerdì 29 marzo 2013

L'esposizione ai pesticidi danneggia il cervello delle api


Si susseguono ormai le prove che i pesticidi utilizzati comunemente provocano grossi danni alle api ed agli altri insetti impollinatori: l'ultima arriva da oltremanica, dove i  ricercatori britannici hanno scoperto che i neonicotinoidi e di coumaphos - un acaricida utilizzato per il controllo della Varroa jacobsoni, un parassita che attacca l'Apis mellifera - interferiscono con la capacità delle api di imparare e ricordare e che l'esposizione a queste sostanze abbassa la loro attività cerebrale, soprattutto quando i due pesticidi vengono utilizzati insieme.
La ricerca è dettagliata in due articoli. Nel primo Cholinergic pesticides cause mushroom body neuronal inactivation in honeybees, pubblicato su Nature Communications, un team della Division of neuroscience, medical research institute, Ninewells medical school dell'università di Dundee e del Centre for behaviour and evolution, Institute of neuroscience dell'università di Newcastle sottolinea che «I pesticidi che hanno come target la neurotrasmissione colinergica sono molto efficaci, ma il loro uso è coinvolto nel declino della popolazione di insetti impollinatori. Le api sono esposti a due classi diffuse di pesticidi neonicotinoidi (colinergica: agonisti dei recettori nicotinici) e acaricidi organofosfati (inibitori dell'acetilcolinesterasi). Anche se i livelli sub-letali di neonicotinoidi sono noti per interferire con l'apprendimento e il comportamento delle api, la base neurofisiologica di questi effetti non è stato dimostrata». Lo studio, analizzando alcune cellule del cervello delle api hanno dimostrato che «I neonicotinoidi imidacloprid e clothianidin e l'acaricida organofosfatio Coumaphos oxon causano un blocco della depolarizzazione neuronale e di inibiscono le risposte ai nicotinici. Questi effetti sono stati osservati a concentrazioni che si incontrano nelle api bottinatrici e all'interno dell'alveare e che si sommano con l'applicazione combinata».
I ricercatori britannici affermano che «I nostri risultati dimostrano un meccanismo neuronale che può spiegare i deficit cognitivi causati dai neonicotinoidi, e prevedono che l'esposizione a molteplici pesticidi, che ha per target la segnalazione colinergica, provoca una maggiore tossicità negli impollinatori».
The Journal of Experimental Biology  pubblica un altro pezzo dello studio Exposure to multiple cholinergic pesticides impairs olfactory learning and memory in honeybees nel quale Sally M. Williamson e Geraldine A. Wright dell'università di Newcastlepartono dal presupposto che  «I pesticidi sono importanti strumenti agricoli spesso utilizzati in combinazione per evitare la resistenza nelle specie infestanti bersaglio, ma cresce la preoccupazione che il loro uso diffuso contribuisca al declino delle popolazioni di impollinatori». Williamson e Wrigt hanno scoperto che le api esposte a entrambi i pesticidi non erano in grado di imparare e poi ricordare gli odori floreali associati a una ricompensa di nettare, un'abilità indispensabile per le api nella loro ricerca di cibo. Ed evidenziano che «Gli impollinatori mentre cercano il cibo attuano comportamenti sofisticati che richiedono loro di imparare e ricordare le caratteristiche floreali associate al cibo, ma sappiamo relativamente poco sul modo in cui l'esposizione combinata ai pesticidi interessi maggiormente la funzione neurale e il comportamento». Gli esperimenti fatti dalle due ricercatrici dimostrano che «L'esposizione prolungata a concentrazioni realistiche sul campo di neonicotinoidi, imidacloprid, e dell'organofosfato inibitore dell'acetilcolinesterasi, coumaphos, e la loro combinazione ostacola l'apprendimento olfattivo e la formazione della memoria nelle api». 

Le ricercatrici, studiando da vicino le api al lavoro, hanno capito come questi pesticidi influenzino le prestazioni degli insetti durante l'apprendimento dei loro compiti e la loro memoria a breve e lungo termine: «Abbiamo trovato che le api esposte ad imidacloprid, coumaphos, o una combinazione di questi composti, sono meno inclini ad esprimere l' estensione condizionata della proboscide verso un odore associato alla ricompensa. Api esposte a imidacloprid avevano meno probabilità di formarsi una memoria a lungo termine, mentre le api esposte a coumaphos avevano minore probabilità di risposta solo durante il test a breve termine la memoria dopo il "massed conditioning".
Durante il test di memoria, sia l'imidacloprid che il coumaphos  che una combinazione dei due composti riducono la capacità delle api di differenziare l'odore "conditioned" da un odore "novel". I nostri risultati dimostrano che l'esposizione a dosi sub-letali di pesticidi colinergici combinati ostacola seriamente importanti comportamenti coinvolti nella ricerca di cibo, il che implica che il calo demografico degli impollinatori potrebbe essere il risultato di un fallimento della funzione neurale di api esposte ai pesticidi nei territori agricoli».
Recentemente, dopo un rapporto della prudentissima European food safety authority, anche la Commissione europea ha chiesto una moratoria temporanea sull'utilizzo dei neonicotinoidi, che comporterebbero un grave rischio per gli impollinatori. Ma 14 dei 27 Paesi dell'Ue, compresa la "verde" Germania, si sono opposti al divieto opposto e la proposta di moratoria è stata rinviata.
Gli scettici si fanno forti di un altro studio Effects of neonicotinoid seed treatments on bumble bee colonies under field conditionsdella  Food and environment research agency (Fera) del Department for environment, food and rural affairs (Defra) della Gran Bretagna, era arrivato alla conclusione opposta: «Non c'è alcun legame tra la salute delle api e l'esposizione ai neonicotinoidi», ma lo studio Della Fera riguarda i bombi che vivono ai bordi dei campi trattati con sostanze chimiche. Per Ian Boyd, chief scientist del Defra, «Le decisioni sull'uso dei neonicotinoidi devono essere basate  su solide conoscenze scientifiche. I risultati dello studio Fera sui bombi suggeriscono che la portata dell'impatto potrebbe non essere alta come alcuni studi avevano suggerito. Sono  necessari ulteriori dati basati su test più realistici sul campo».
Christopher Connolly, dell'università scozzese di  Dundee, ribatte su Bbc News Science & Environment: «Abbiamo trovato che i  neonicotinoidi provocano un'immediata iper-attivazione,  quindi un'attività di tipo epilettico, questo viene preceduto da un'inattivazione neuronale, nella quale il cervello va in quiete e non possono comunicare più Gli stessi effetti si sono  verificati quando abbiamo usato gli organofosfati. E se li abbiamo usati insieme, l'effetto è stato additivo, aumentando così la tossicità: l'effetto era maggiore quando erano presenti entrambi».
Secondo Julian Little, communications and government affairs manager della Bayer Crop Science Limited, che produce diversi dei pesticidi incriminati ha detto che «I risultati di laboratorio basati su studi non devono essere automaticamente estrapolati sul  campo. Se prendi un insetticida e si dà direttamente a un insetto, posso garantire che avrà un effetto.  Non sono affatto sorpreso che sia questo ciò che si vede. Quello che è veramente importante è vedere ciò che accade in situazioni reali. Nei campi reali, in colonie di api reali, in veri e propri alveari, con apicoltori reali».
La Williamson è molto preoccupata da questo tipo di atteggiamento delle multinazionali, perché l'impatto dei pesticidi sul cervello delle api «Implicherebbe che le api sono in grado di foraggiarsi in modo meno efficace, sono meno in grado di trovare e imparare e ricordare e poi comunicare ai loro compagni dell'alveare quali sono e dove sono le buone fonti di polline e nettare. Le  compagnie  che producono pesticidi dovrebbero prendere in considerazione questi risultati nel valutare la sicurezza delle sostanze chimiche. Al momento, i test iniziali di tossicità api danno alle api una dose acuta e poi vedono se muoiono. Ma dato che le api hanno queste complesse attività di apprendimento, sono animali molto sociali e hanno un complesso repertorio comportamentale, quindi non hanno bisogno di non morire per non essere colpite».

1° Workshop sui Cereali


Cereali e agricoltura Biodinamica: Dai Grani Antichi ai Grani per il Futuro.

27 aprile 2013 Scuola Steineriana "Maria Garagnani" Via Morazzo n. 4/4, BOLOGNA

Parlare della storia dei cereali è come parlare dell’evoluzione dell’uomo, sia sul piano fisico sia su quello spirituale.
Il senso e lo scopo di questa giornata è trasmettere l’importanza di tornare a cibarsi di prodotti qualitativamente più sani e ricchi di nuova energia.
E’ urgente prendere consapevolezza di come la coltivazione materialistica e commerciale dei cereali abbia in questi anni allontanato l’uomo dall’evoluzione, anche sotto il profilo spirituale.
La filiera dei cerali, attraverso una visione biodinamica del mondo, è la risposta seria e concreta a problemi di rilevanza sanitaria e sociale, quali le intolleranze alimentari in continuo aumento.
A questo convegno sono presenti agricoltori e ricercatori che con impegno e passione, vere prerogative per costruire le basi dello sviluppo del movimento biodinamico, lavorano da sempre per la comunità.

Sponsorizzano e sostengono il Convegno:
Fattoria LA VIALLA – (Arezzo) – Az.Agr. NUOVA CASENOVOLE – Casal Di Pari (GR) ECOR – San Vendemmiano (TV) –

Per il pranzo verranno cucinati i prodotti delle aziende biodinamiche: 
Az.Agr.LA VIALLAAz.Agr. CASCINE ORSINECoop. OSIRISCoop. LA COLLINA.


Programma

9,00 - Franco Pedrini, consigliere dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica Apertura dei lavori: ll senso di una giornata di lavoro
9,15 - Prof Stefano Benedettelli, Dip Sa, Università di Firenze - Varietà di frumento di antica costituzione ed effetti salutistici sull’uomo (progetto Semi rurali)
10,00 - Prof. Giovanni Dinelli, DipSa, Università di Bologna - Progetto Bio Pane
10,45 - Dott.ssa Maria Olga Kokornaczyk, Università di Bologna - Analisi qualitativa di semi di frumento con i metodi dell’evaporazione delle gocce e della cristallizzazione sensibile
11,00 - Bernhard Feichter, agricoltore biodinamico (Trentino Alto Adige) - Cereali biodinamici in alta montagna
11,45 - Domande e risposte
12,30 - Pausa pranzo
14,00 Heinz Grill, studioso della medicina e ricerca spirituale (Germania) - Il valore della silice nei cereali e nell’uomo
15,00 - Bertold Heyden, ricercatore biodinamico (Germania) - Il progetto “Saatgut Brot”
16,00 - Franco Pedrini, agricoltore biodinamico - La filiera dei cereali nell’azienda biodinamica
17,00 - Nicolas Supiot, contadino panificatore (Francia) - Dalla terra al pane, il cammino alchemico dell’uomo e del grano per un pane di vita
18,00 - Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica - Riflessioni conclusive
18,30 - Termine dei lavori

Moderatori

Prof.ssa Luciana Betti - DipSa, Università di Bologna
Franco Pedrini - consigliere dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica

Quota di partecipazione (comprensiva del pranzo):
E. 15,00 per gli i Soci iscritti per l’anno 2013 all’Ass.per l’Agricoltura Biodinamica
E. 30,00 per gli Amici dell’Associazione e per i non iscritti nell’anno 2013

Sede dell’incontro: Scuola Steineriana "Maria Garagnani", Via Morazzo n. 4/4, BO

per informazioni
Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, info@biodinamica.org, tel. 02-29.00.25.44

TERMINE ISCRIZIONE: VENERDÌ 19 APRILE


Corso Biodinamica I° livello - Roma


Corso Biodinamica I° livello - 11-14 aprile 2013 - Az. Agricola Carlo Noro - Roma
Corso professionalizzante di formazione all’Agricoltura Biodinamica primo livello: La 

fertilità della terra e l'Umanizzazione dell’agricoltura.  L'AGRICOLTORE BIODINAMICO

Per millenni l’uomo si è relazionato con la natura, in un rapporto stretto di condivisione, 
di rispetto e di cura. In questo ultimo secolo si è persa la connessione profonda con l’antica sapienza contadina.
Attraverso l’agricoltura biodinamica è possibile ritrovare il senso di un lavoro agricolo in armonia con la natura e le sue leggi, dove l’uomo torna a essere regista consapevole del suo equilibrio.
L’associazione per l’agricoltura biodinamica promuove un percorso di studio teorico-pratico, finalizzato all’apprendimento delle tecniche di base dell’agricoltura biodinamica.
Il percorso formativo è articolato in un primo corso intensivo di 4 giorni, ad aprile, in un periodo di rielaborazione
personale e, infine, in un secondo corso intensivo di 4 giorni a ottobre. I due cicli intensivi sono stati organizzati per moduli e obiettivi, in modo da poter essere frequentati anche separatamente.
Ogni lezione è propedeutica a quella successiva e non è possibile frequentare singole conferenze.
Verrà rilasciato un attestato di abilitazione con il riconoscimento delle competenze acquisite.



sabato 23 marzo 2013

Corso di Agricoltura biodinamica - Labico (Roma)

Si chiama “Buono, sano, biodinamico” il nuovo corso pensato per gli agricoltori o anche solo gli appassionati che si avvicinano a questa disciplina. Si terrà a Labico, in provincia di Roma dall’11 al 14 aprile presso l’azienda agricola Carlo Noro ed è organizzato proprio dall’associazione per l’agricoltura biodinamica. Tra i relatori, Michele Lorenzetti, enologo, consulente in biodinamica, Vicchio del Mugello (Fi), Marcello Lo Sterzo, agronomo, referente Sezione Lazio, Roma e Carlo Triarico, storico della scienza, Firenze, collaboratore di Valore Alimentare. Per il programma dettagliato, consultate il sito dell’associazione e iscrivetevi!


mercoledì 20 marzo 2013

Incontro tecnico di apicoltura - Molise


L’ARAM la invita a partecipare all’incontro tecnico che si terrà il 
giorno 23 marzo ore 16.00 presso l’Hotel Pleiadi’s di Bojano,

Programma: 

  • ore 16.00: Registrazione dei partecipanti 
  •  ore 16.15: Presentazione attività formative ARAM 2013 
  •  ore 16.30: Gli adempimenti dell’apicoltore e dell’azienda apistica 
  •  ore 17.00: “Mangiarsano”  con le api – (dott.ssa Sandra Capocefalo – dietista)  
  •  ore 17.30: PROGRAMMA UNAAPI “il monitoraggio dell’infestazione da Varroa  con   l’uso dello zucchero a velo”– Proiezione di filmato dimostrativo (Agr.  A.Carrelli) 
  •  ore 18.00: Fisco e apicoltura: ultime novità per l’apicoltore(Agr. A. Carrelli) 
  •  ore 18.15: dibattito e conclusioni


 Al termine verrà rilasciato attestato di partecipazione


 NOTA: Ingresso libero per gli associati regolari e nuovi soci.  Contributo di euro 10,00 per altri partecipanti.

Per maggiori dettagli e delucidazioni potete contattare i seguenti recapiti:
Antonio Cirelli: 3208703423
Giovanni Rico: 3204305811


L'agricoltura biologica per la formazione e l'inclusione sociale e lavorativa dei minori sottoposti a misure penali

Promosso da AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), il 2 aprile partirà il seminario, rivolto agli operatori agricoli, sociali e della giustizia minorile, ai tecnici, ai dirigenti ed operatori AIAB, delle associazioni partner e del volontariato, che si propone di analizzare le opportunità dell’orticoltura biologica per la formazione e l’inserimento lavorativo di minori autori di reato.



Tra gli obiettivi principali del seminario l'approfondimento sulle possibilità di costruire interrelazioni tra le istituzioni della giustizia minorile, le aziende biologiche e la società civile, necessarie a costruire un contesto favorevole al reinserimento sociale delle ragazze e dei ragazzi.
Il programma prevede 

Martedì 2 Aprile 2013


- 10.00 - Arrivo e registrazione dei partecipanti

- 10.15 - 13.30 Prima sessione: 
  • Presentazione del progetto: Le potenzialità dell’agricoltura sociale per il contrasto del disagio e della devianza minorile - Anna Ciaperoni, responsabile agricoltura sociale AIAB
  • Aspetti della devianza minorile: cause e sistemi di contrasto - Monica Napoli - Arianna Specchio, Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio
  • Il sistema penale per minori autori di reato – Serenella Pesarin, Direzione Generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari - Ufficio III - Dipartimento Giustizia Minorile -. Ministero della Giustizia
  • Formazione, lavoro e diritti dei minori in esecuzione penale interna ed esterna- Esperto Dipartimento Giustizia Minorile (In attesa di definizione)
Interventi in aula

- 13.30 - 14.30 pausa pranzo

- 14.30 – 17.00 Seconda sessione:
  • L’evoluzione del lavoro agricolo nel sistema penale - Francesca Giaré, INEA - Istituto Nazionale di Economia Agraria
  • Il campo dei miracoli. Progetti di intervento personalizzati per minori devianti - Rosa Buonpane - Cecilia Corria, Borgo Ragazzi don Bosco
  • L'efficacia dell’agricoltura biologica ai fini del percorso riabilitativo - Francesco Presti, agronomo, operatore in agricoltura sociale

17.00 – 17.30 Interventi in aula

Ore 18.00 – 21.00 Proiezione del film “Cesare deve morire”- Regia dei Fratelli Taviani, vincitore dell'Orso d'Oro al Festival di Berlino. In collaborazione con il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio. Seguirà il dibattito con la partecipazione di Cosimo Rega, uno dei protagonisti del film, fondatore della Compagnia di detenuti-attori del carcere di Rebibbia


Mercoledì 3 Aprile 2013

9.30- 17.00 – Terza sessione

Laboratorio formativo - Costruzione di sistemi di relazione e di reti territoriali per la
formazione e l’inserimento lavorativo di minori in agricoltura

I lavori della seconda giornata del seminario si articoleranno in attività di laboratorio, finalizzate all'analisi e alla condivisione dei casi studio, delle esperienze e delle procedure necessarie. La prima parte si svolgerà in plenaria, la seconda si articolerà in gruppi di lavoro.

9.30 – 10.00 Opportunità, problematiche e procedure per gli inserimenti lavorativi dei minori, Michela Salomone - Elisabetta Tedeschi, Servizio di Mediazione al lavoro - Ufficio Inclusione Sociale e Collocamento Disabili Provincia di Genova

10.00 – 12.00 Presentazione esperienze e dei casi studio
- Nicola Trevisin, Comunità il Murialdo Treviso - Associazione Biofattorie Sociali Veneto
- Alessandro Coraci, Associazione il Fiore del Deserto - Roma
- Alessandro Colombini, Azienda agricola BioColombini - Pisa
- Claudio Bonfanti, Associazione Amici di Areté - Bergamo
- Salvo Cacciola, Presidente Rete Fattorie Sociali Sicilia - Catania

12 -13.30 Costituzione e avvio dei gruppi di lavoro del laboratorio formativo
Coordinano i lavori: Tiziana Biolghini, Coordinatrice Forum Fattorie Sociali Provincia di Roma -Giuliano Ciano, Cooperativa sociale “Un fiore per la vita” - Gianfranco Macigno, CGM Lazio - Aldo Milea, AIAB- Monica Napoli, Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio- Francesca Zappalà, ALPA

13.30- 14.30 Pausa pranzo

14.30 - 17.00 Ripresa dei lavori di gruppo, presentazione in aula e conclusione dei lavori

AIAB –Associazione Italiana Agricoltura Biologica, Roma 
Tel. 06 45437485 –Fax. 06 45437469 
www.aiab.it - aiab@aiab.it

Segreteria organizzativa: Giulia Colucci, bioagricolturasociale@aiab.it

Ricomincio dal bio. Orti sociali, un’opportunità per minori sottoposti a misure
penali”

Progetto realizzato con il contributo del Fondo per l’Associazionismo (ex L.383/2000)
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direttiva 2011


In collaborazione con il Ministero della Giustizia - Dipartimento per la Giustizia Minorile: Direzione Generale per l’Attuazione dei Provvedimenti Giudiziari e con i CGM (Centri per la Giustizia Minorile) di Toscana, Lazio, Abruzzo Molise e Marche, Campania e Sicilia e dei Garanti dei detenuti della Regione Lazio e del Comune di Firenze

Partner del progetto: ALPA (Associazione Lavoratori Produttori dell’Agroalimentare); ACLI TERRA (Associazione Professionale Agricola delle Acli); FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica); Comunità Borgo Amigò; Associazione di Promozione Sociale “Il Fiore del Deserto”; Agenzia “ Il Redattore Sociale”; mensili “Vita”, e “Valori”; Ecoradio.

Realizzato in collaborazione con il Forum Nazionale Agricoltura Sociale


fonte: www.valori.it

sabato 16 marzo 2013

Stato sanitario e attualità in apicoltura - Legnaro (PD)

Si terrà domenica 7 aprile 2013, presso la Corte Benedettina di Legnaro (PD) il convegno 
Stato sanitario e attualità in apicoltura

La locandina del corso qui

fonte: www.izsvenezie.it

venerdì 15 marzo 2013

Corsi di apicoltura sul Carso con Cibo.Si - Trieste

TRIESTE. Creare nuovi apicoltori amatoriali che possano rendersi autosufficienti nella produzione di miele per la loro famiglia. Questa la nuova sfida di Cibo.Si, percorso a 360 gradi che vuole riavvicinare l’uomo alla terra. Dopo le iniziative dell’orto coltivato e autonomamente gestito e dell’adozione dei vini del Carso, Cibo.Si punta al miele. Il “percorso di Apicoltura 2013”, rivolto a tutti gli interessati, offre la gestione di un’arnia a Plisokovica (21 km da piazza Oberdan, al centro del Carso tra Italia e Slovenia, nella cornice solare tra Lanaro, Nanos e valle del Vipacco) per tutta la stagione, sotto il controllo degli esperti dell’Apicoltura Petelin. Ogni gruppo di partecipanti ha diritto al miele della sua famiglia di api, a quattro lezioni teoriche e a otto pratiche in apiario. Gli insegnanti del corso sono Franc Šivic, uno dei massimi esperti sloveni di apicoltura che parla un italiano fluente, oltre a Matej e Irma Petelin, dell’apicoltura Petelin di Pliskovica. Il percorso sarà presentato in due appuntamenti gratuiti, aperti al pubblico. Il primo si svolgerà a Trieste, lunedì 18 marzo, alle 18 nella la Bottega del Mondo in Via Torrebianca. Oltre al corso di apicoltura verrà presentato il corso dell’orto aromatico, e vi parteciperà Matej Petelin, che guiderà in una degustazione del suo miele. Il secondo appuntamento è a Pliskovica, domenica 24 marzo, alle 9 all’’apicoltura Petelin. Qui Franc Šivic terrà la sua prima lezione teorica, sulla storia dell’apicoltura e il significato delle api per gli umani e il paesaggio carsico, sui prodotti delle api con una degustazione e la rassegna dei prodotti, inoltre, si visiterà gli alveari per riconoscere le piante melifere. Al corso ci si può iscrivere individualmente o come gruppo di amici.

fonte: ilpiccolo

giovedì 14 marzo 2013

Corso di agricoltura sinergica - Piumazzo (MO)


La terra fa crescere le piante e le piante creano suolo fertile. Questo è il principio su cui si basa l’agricoltura sinergica.
Attraverso i propri residui organici e la propria attività chimica, le piante assieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi, nutrono la terra.
In questo modo le viene restituito, in termini energetici, più di quanto si prende, promuovendo i meccanismi di autofertilità del suolo e facendo dell’agricoltura un’attività umana sostenibile.
Elena Parmiggiani ed Emanuele Mercedi della Libera Scuola di Agricoltura Sinergica “Emilia Hazelip”, propongono un corso teorico e pratico di agricoltura sinergica, presso il circolo culturale di Piumazzo “Almo”.


PROGRAMMA

Inizio del corso: mercoledì 3 aprile 2013

5 LEZIONI TEORICHE dalle ore 19 alle 22.30

Mercoledì 3 aprile
Cos’ è l’agricoltura sinergica, i 4 principi fondamentali, le origini e gli sviluppi in Italia, proiezione del video di Emilia Hazelip.

Lunedì 15 aprile:
Gli elementi dell’orto: il suolo, le concimazioni, i bancali, i tutori, i passaggi, l

Lunedì 22 aprile: 
Gli elementi dell’orto: la spirale delle erbe aromatiche, scelta varietale, alberi da frutto, cereali, altre coltivazioni da campo, calendario fenologico, consociazioni, il salvataggio dei semi. Principi di progettazione e strategie, le successioni, la sinergia nell’orto.

Lunedì 6 maggio
Visita all’orto, con rilevamento dati tecnici inerenti, selezione delle piante e dei semi, calendario delle semine.

Mercoledì 8 maggio: Progettazione dell’orto.
Pausa per la cena di 30 minuti, in cui invitiamo i partecipanti a portare qualcosa da condividere con gli altri.

2 LEZIONI PRATICHE SUL CAMPO (fine settimana, dalle ore 9 alle 18)
18-19 maggio: Realizzazione pratica dell’orto
Pausa per il pranzo di 2 ore, in cui invitiamo i partecipanti a portare qualcosa da condividere con gli altri.

Info ed iscrizioni: ALMO – Via dei Mille 167 – Piumazzo (MO) – almo.info@gmail.com – cell. 333 3210581 – www.spazioalmo.it

la locandina del corso qui


Apicoltura, siglato un patto per un corso universitario


L’Università del Molise (Dipartimento Agricoltura, Ambiente, Alimenti), l’Associazione Produttori Apistici Molisani ed il Consorzio Nazionale Produttori Apistici (aderenti entrambi a Confcooperative Molise) hanno siglato l’intesa per consentire anche ai produttori apistici associati di partecipare, in qualità di uditori, al corso universitario di apicoltura, tenuto dal prof. Antonio De Cristofaro, presso l’ateneo molisano.
Un chiaro messaggio rivolto ai giovani che si avviano all’attività apistica ma anche a chi ha già maturato dell’esperienza di campo: aggiornamento professionale e competenze tecniche saranno sempre più determinanti nel conseguimento del successo aziendale. La sola esperienza di campo, così come il “sapere derivante dal passa parola tra colleghi”, non sono più sufficienti a garantire livelli minimi di professionalità indispensabili per condurre un’azienda apistica.
In questa ottica si inserisce l’accordo sottoscritto tra l’Università e le rappresentanze degli apicoltori. Un nuovo modo di costruire rapporti tra il mondo formativo e quello operativo, tra la scuola e l’impresa. Ma soprattutto una buona base sulla quale ricostruire su binari di reciproca utilità anche il dialogo tra i ricercatori e gli imprenditori.
Il corso prevede un percorso di 64 ore di aula, suddivise in due lezioni settimanali di 3 ore cad. (il lunedi dalle ore 15,30 alle 18,30 ed il venerdi dalle 15,00 alle 18,00), con una adeguata appendice pratica che si terrà presso gli apiari didattici messi a disposizione dall’Associazione Produttori Apistici Molisani e dal CoNaProA.



mercoledì 13 marzo 2013

Corso di Apicoltura - Ortonovo (SP)


Val di Magra - Val di Vara - Si terrà il 23 marzo alle 16.00, presso il museo etnografico di Ortonovo, la presentazione del corso organizzato dall’apicoltura Orocolato, con la collaborazione dell’associazione Le Ragazze del Borgo ed il patrocinio del Comune di Ortonovo.
Il corso, dedicato a principianti e hobbisti, sarà suddiviso in lezioni teoriche e pratiche in apiario. Le lezioni teoriche saranno dedicate all’anatomia e biologia di api e alveari e all’illustrazione delle attrezzature. Nel corso delle lezioni pratiche in apiario si affronterà la tecnica apistica, dalla conduzione e gestione dell’alveare alla lotta biologica alle patologie. Per info: 3898484215 (Ilaria)

fonte: www.cittadellaspezia.com


Chi sfida madrenatura ha già perso


La gara col tempo è da sempre una delle sfide dell'agricoltura.
In tutti i sensi, ovvero col tempo che passa e col tempo che piove. Chi produce cibo sa che ci sono stagioni in cui bisogna correre e stagioni in cui bisogna attendere, stagioni di abbondanza e freschezza durante le quali occorre pensare e conservare per le stagioni di riposo o per quelle meno fortunate climaticamente.
Ma attenzione: non è solo una gara, è anche un'alleanza e anche questo chi produce cibo lo sa bene.
Perché se è vero che un po' bisogna proteggersi - come spesso accade con le madri - da madre natura e dai suoi ritmi è anche vero che molto bisogna consegnarsi a lei e ai suoi meccanismi e usarli per il nostro bene.
Le gemme, i fiori, i frutti, il raccolto, il mercato, la tavola. È questa la sequenza, ma devono comandare le gemme, e così intanto si crea benessere e bellezza, salute e giustizia. Se partiamo dal mercato invece, se lo lasciamo comandare, è guerra. Guerra di tutti contro tutti, per arrivare prima, per vendere in "controstagione", cioè offrendo prodotti quando non è ora, magari facendoli viaggiare chissà quanto e comunque producendoli a qualsiasi costo, anche a costo di far guerra alle piante, al suolo e alle persone con veleni micidiali. Stiamo facendo la guerra alla natura dimenticandoci che ne siamo parte e che i suoi tempi sono i nostri e forzarli con i veleni significa avvelenare noi stessi. Nascono così anche le esposizioni invitanti di certi negozi, di certi supermercati, di certi mercati generali o rionali. Trionfi di colori, forme perfette che inspiegabilmente dureranno così per settimane. Quella frutta apparirà perfetta, arriverà quando non ce l'aspettiamo, ci sembrerà un dono, una bella sorpresa. Ma è una storia che conosciamo bene, non ne verrà fuori nulla di buono: la mela di Biancaneve era bellissima

Articolo di Di Carlo Petrini da La Repubblica 10/3/13

martedì 12 marzo 2013

Albo Nazionale degli allevatori di Api Regine


Il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il 30 gennaio 2013, ha approvato il Disciplinare dell’Albo degli Allevatori di Api Italiane, istituito con D.M. n. 21547 del 28.5.1999, come Albo Nazionale degli allevatori di Api Regine. L’Albo, la cui funzione-obiettivo è il miglioramento sotto il profilo allevatoriale e selettivo delle sottospecie di Apis melliferaautoctone, (A. m. ligustica e A. m. siciliana), è gestito dal CRA-API - Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura ex Istituto Nazionale di Apicoltura (INA) che svolge e coordina le attività attraverso il Comitato di gestione (CG) e l’Ufficio centrale (UC), presso gli uffici del CRA-API di Bologna. 
La Commissione Tecnica Centrale determina i criteri e i parametri per la tipizzazione delle sottospecie autoctone allevate in Italia delle quali stabilisce i requisiti funzionali ai fini del miglioramento genetico e per la protezione. Inoltre promuove iniziative per la realizzazione di piani di selezione per la salvaguardia e il miglioramento del patrimonio genetico delle api italiane, definisce indirizzi e parametri biologico-tecnici e igienico sanitari per la conduzione degli allevamenti di api regine anche finalizzati alla produzione di sciami artificiali e/o pacchi d’ape con regine. 
Le modifiche e l’adeguamento del disciplinare dell’Albo, anche attraverso la variazione della denominazione dell’Albo stesso, consentirà di far iscrivere anche gli allevatori di “famiglie di api” oltreché di api regine con conseguente miglioramento degli aspetti comunicativi e divulgativi; con una maggiore ricaduta generale delle attività svolte sugli operatori del settore; con l’incremento dell’interesse generale all’attività specifica e con l’incremento degli iscritti all’Albo. 
Nelle norme tecniche che stabiliscono i requisiti per l’ammissione e per il mantenimento dell’iscrizione all’Albo, nonché gli standard delle due sottospecie, è stato inserito l’utilizzo del logo/marchio: mezzo grafico che potrà essere usato dagli iscritti per identificare la loro appartenenza all’Albo.

Articolo di Santi Longo
fonte: www.georgofili.info

lunedì 11 marzo 2013

Corso di apicoltura - Caprino Veronese (Vr)

L'Associazione Provinciale Apicoltori Veronesi organizza un corso di apicoltura adatto ad esperti e principianti.
Il corso ripercorre le varie fasi che riguardano la corretta conduzione dell’apiario fornendo conoscenze indispensabili per i nuovi apicoltori, ma di grande interesse per tutti. Particolarmente utili saranno le lezioni pratiche in apiario.
Ai partecipanti a chiusura del corso verrà consegnato un attestato di partecipazione.
Il corso si terrà presso Caprino Veronese località Ceredello via Beccherle presso la sala riunioni dell’Oleificio POG.
Di seguito è possibile visionare il programma del corso: Programma del corso


Corso di Apicoltura Teorico e Pratico - Milano


Obiettivo del corso
Acquisire le competenze di base per allevare le api con piacere e soddisfazione.
Il corso, pur avendo una base teorica, è strutturato essenzialmente sugli aspetti pratici dell’allevamento. Il confronto con docenti esperti del settore sarà alla base dell’apprendimento.
Programma
Sabato 16 marzo 2013 (9,30 – 13)
Introduzione all’apicoltura, nozioni di sistematica e morfologia dell’ape, sull’alveare e sulle attrezzature usate in apicoltura.
Sabato 23 marzo 2013 (9,30 – 13)
L’allevamento delle api nel susseguirsi delle stagioni - Il calendario dei lavori in apicoltura 
Sabato 6 aprile 2013 (9,30 – 13)
Lezione pratica in apiario.
Sabato 20 aprile 2013 (9,30 – 13)
Lezione pratica in apiario.

Dove:
Le lezioni teoriche si svolgeranno a Milano presso Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4, angolo via Muratori.
Le lezioni pratiche si svolgeranno in apiari situati nei pressi della città di Milano.
Iscrizioni:
esclusivamente via e-mail a
Info:
cell. 338 6587633
Tel. 0383 43858
www.cuccagna.org
www.mieliditalia.it
Quota di iscrizione:
€ 100,00 a persona
Il corso è a cura di Apilombardia, clicca qui per scaricare la locandina del corso.


Svolta storica: stop definitivo ai test sugli animali per i cosmetici


Sapone, shampoo, deodoranti e dentifrici, fino ai più costosi ed elaborati prodotti dell'industria cosmetica. Da oggi, per tutte queste categorie di prodotti l'Europa impone lo stop completo alla sperimentazione animale: i cosmetici sperimentati sugli animali non possono più essere commercializzati nell'Unione europea: giunge così alla fine il periodo di graduale eliminazione dei test sugli animali per i prodotti cosmetici in Europa.
Una vittoria per il mondo ambientalista, ma soprattutto un grande punto di svolta per un mondo - quello della cosmesi - che in Europa vale più di 70 miliardi di euro (rappresentando circa la metà del mercato mondiale, secondo i calcoli della Commissione Ue) e occupa direttamente 184mila persone. Un mercato enorme, per il quale anche (e soprattutto?) in tempo di crisi - con il cosiddetto effetto rossetto - c'è chi registra andamenti controcorrente: come Jordan Smoller, docente di psichiatria ad Harvard, che ricorda come durante la Grande Depressione le vendite di cosmetici aumentarono del 25%.
Ormai dieci anni fa - con la direttiva 2003/15/CE - sono state introdotte le disposizioni relative alla sperimentazione animale. In base a tali disposizioni, riassunte in una nota della Commissione, nell'Unione la sperimentazione sugli animali è già vietata dal 2004 per i prodotti cosmetici e, a partire dal 2009, per gli ingredienti presenti nei prodotti cosmetici ("divieto di sperimentazione"). Dal marzo 2009 è vietata anche la commercializzare nell'Unione di prodotti cosmetici contenenti ingredienti testati sugli animali ("divieto di commercializzazione"). Il termine ultimo per il divieto di commercializzazione relativamente agli effetti sulla salute umana contraddistinti da maggiore complessità (tossicità a dose ripetuta, comprese la sensibilizzazione cutanea e la cancerogenicità, tossicità riproduttiva e tossicocinetica) era però stato prorogato fino all'11 marzo 2013. Oggi, anche quest'ultimo e definitivo vincolo entra dunque in vigore.
Con quali effetti? Per cominciare, nessuno dei cosmetici già in commercio - la cui sicurezza dunque è già stata accertata - verrà tolto dagli scaffali, e gli stessi prodotti (anche se precedentemente testati su animali) potranno essere venduti in futuro.
Lo stop completo ai test introduce però un pesante vincolo. Dato che, per stessa ammissione della Commissione Ue, «ancora non è del tutto possibile sostituire la sperimentazione sugli animali con metodi alternativi», nei casi in cui non sarà possibile effettuare una valutazione conclusiva sulla sicurezza del prodotto a causa di un determinato elemento, tale ingrediente non potrà essere utilizzato. D'altronde, «la Commissione ha esaminato attentamente le ripercussioni del divieto di commercializzazione e ritiene che esistano motivi imperativi a favore della sua imposizione. Questo punto di vista corrisponde a quello di molti cittadini europei, profondamente convinti che lo sviluppo di prodotti cosmetici non giustifichi i test sugli animali». Al primo posto, quindi, rimane la sicurezza per il consumatore. Di fianco, ormai, al ritrovato rispetto per il mondo animale.
«Il divieto imposto nell'Unione Europea - dichiara Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - segnerà una pagina importante a livello mondiale per il superamento dei tanti, troppi, e spesso inutili esperimenti fatti sulla pelle degli animali: le aziende cosmetiche utilizzeranno altri metodi per testare i vari prodotti, diventando così un esempio per tutti i settori che continuano, invece, ad utilizzare lo strumento della sperimentazione infliggendo agli animali terribili sofferenze».
La via dell'innovazione diventa dunque la nuova strada obbligata da perseguire per l'industria cosmetica, nella speranza che la stessa venga seguita anche dagli altri settori ancora inseriti all'interno della sperimentazione animale, in primo luogo l'industria farmaceutica. Se per un bene voluttuario come una crema per il corpo è moralmente indiscutibile la scelta di favorire la difesa degli animali, non è così facile esprimere lo stesso giudizio riguardo la produzione di farmaci: starà alla scienza tracciare l'avanguardia in proposito, e in questa corsa la vecchia Europa parte in grande vantaggio.
Articolo di Luca Aterini

domenica 10 marzo 2013

La conduzione dell'alveare è un bene o no per le api?


In questi giorni sto avviando il mio piccolo apiario. Da sempre affascinata dal mondo delle api e degli insetti in genere, finalmente l’anno scorso ho seguito un corso di apicoltura che mi ha dato la possibilità di approfondire questo mondo cosi “piccolo” e complesso allo stesso tempo.
Come in tutte le cose, anche per diventare dei bravi ed esperti apicoltori, bisogna  studiare. Beh! Così sto facendo prima di acquistare le mie apine. Da un po’ di giorni, però,  mi pervade un dubbio o più che altro mi sto ponendo un quesito se così si può dire etico, che, tra l’altro, mi assale ogni volta che ho a che fare col mondo animale. Mentre leggevo il manuale di apicoltura, ho pensato che l’apicoltore a sua discrezione, in base ai suoi bisogni (suoi, più che delle famiglie), e alla necessità di intensificare o no la produzione, elimina le celle reali, i fuchi, la covata e così via. Premetto che è da una vita che evito di mangiare carne e che cerco di limitare l’uso di derivati animali. Sono contro l’allevamento intensivo degli animali e il loro sfruttamento. Credo che debbano essere lasciati liberi di stare nella natura “come Dio comanda”. Allora mi sono chiesta:  ma fare tutto ciò al solo scopo di produrre miele e tutto ciò che questi meravigliosi insetti sono capaci di produrre è nocivo per questi esserini? Quali effetti hanno sulla famiglia e sul benessere delle api le operazioni che l’apicoltore compie? Poi ho cercato io stessa di trovare una spiegazione o una forse giustificazione: l’uomo si è sempre cibato di miele, un tempo,  almeno da quello che so, addirittura gli sciami venivano bruciati affinchè l’uomo potesse procurarsi il miele. Diciamo che, da quando è nata l’apicoltura razionale, forse, la vita delle api è migliorata, perché il super–organismo alveare, essendo allevato è, comunque, protetto e curato. Infatti di super–organismo si tratta. L’ape singolarmente non esisterebbe, essa  è un tutt’uno col suo alveare, quindi, l’uccisione di alcuni elementi è da considerarsi per il beneficio dell’intero super–organismo alveare..? Ma come diceva Jeremy Bentham (filosofo dell’800) “La domanda non è Possono ragionare?, né Possono parlare?, ma Possono soffrire?”.

venerdì 8 marzo 2013

Coldiretti e Associazione Apicoltori Casertani all'Apimell di Piacenza 2013


Piacenza (02.03.13) - Alle nostre telecamere Gennaro Granata e Christian Pilotti, rispettivamente 'delegato giovani Coldiretti della provincia di Caserta' e presidente dell'Associazione Apicoltori Casertani, ci parlano dei motivi che hanno spinto i loro sodalizi a presenziare alla importante fiera internazionale del settore apicoltura. Presentato per l'occasione anche il progetto del CONAPROA (Consorzio Nazionale Produttori Apistici)