lunedì 29 ottobre 2012

Apicoltore bavarese vince la sua lunga battaglia contro gli Ogm


A fronte delle polemiche che continua a sollevare lo studio sulla tossicità degli Ogm, la battaglia degli agricoltori europei per la libertà di scegliere di non seminare transgenico ha fatto segnare un'importante successo. E' il caso dell'apicoltore bavarese che si è visto finalmente riconoscere il diritto a non avere il suo miele contaminato da Organismi geneticamente modificati, raccontato dal quotidiano tedesco Main Post. 
La lunga battaglia portata avanti da Robert Gubesch, un apicoltore di Kitzingen [Baviera], che ha lottato contro la contaminazione del proprio miele attraverso il trasporto di polline di un mais transgenico, non e' stata vana: l'Alto tribunale amministrativo della Bassa Sassonia ha concluso con sentenza non impugnabile un ricorso a favore del cinquantasettenne.
La battaglia dell'apicoltore per il suo miele inizia nel 2008. A circa 800 metri dalle sue arnie, situate presso Hohenfeld, fiorisce del mais geneticamente modificato [dell'azienda agricola Pioneer]. Prima che il polline possa contaminare il proprio miele, Gubesch decide di scappare con 20 alveari, perche' - come stabilisce una sentenza della Corte di Giustizia europea - non e' permesso vendere miele contenente tracce di mais Ogm.
L'anno successivo si verifica la stessa situazione, ma questa volta Gubesch passa al contrattacco e fa ricorso contro l'Ufficio federale per la tutela dei consumatori e la sicurezza alimentare, che dovrebbe vietare la semina di mais Ogm in prossimita' delle sue arnie, ma l'apicoltore perde il processo davanti al Tribunale amministrativo di Braunschweig.
I giudici non accolgono infatti il motivo del ricorso, in quanto la contaminazione del miele con polline Ogm non comporterebbe alcun danno economico, ne' costituirebbe alcun pericolo per le persone. L'apicoltore, come tutti i suoi colleghi, deve dunque stare lontano almeno tre chilometri da un campo di sperimentazione (...), e se nel suo miele va a finire del polline transgenico, e' obbligato a disfarsene, ma non ha diritto ad alcun indennizzo.
L’uomo non rimane pero' muto di fronte alla sconfitta, cosi' come l'intera Associazione degli apicoltori tedeschi, che sostiene giuridicamente e finanziariamente il processo. Entrambe le parti vogliono una decisione di principio. Si tratta dopo tutto della questione se possa essere messo in commercio del miele contenente polline di piante non autorizzate ne' per il consumo animale, ne' per quello alimentare.
Grazie alla vittoria ottenuta nel processo e' stata garantita una maggiore certezza del diritto, si e' rallegrato il Presidente dell'Associazione degli apicoltori Peter Maske (Schwarzenau).
In futuro, chi coltivera' colture geneticamente modificate dovra' infatti "assicurarsi che niente vada a finire nel miele". L'emissione di Ogm potra' quindi avvenire "solo in serra".
Le api si spingono con il loro bottino fino a otto chilometri di distanza, per questo Maske sottolinea la necessita' di una distanza di dieci chilometri.
Anche Gubesch e' felice che la sentenza di Braunschweig sia ormai storia passata: "Finalmente e' stata fatta giustizia negli interessi degli apicoltori". "Lottiamo per avere nella regione fiori e miele naturali. Vogliamo un prodotto naturale, di cui nessuno dubiti", ha aggiunto sua moglie Catherine.
A contribuire al positivo esito della controversia sarebbe forse stata anche "la sentenza sul miele" della Corte di Giustizia europea [del 6 settembre 2011], che ha accordato a un apicoltore tedesco un risarcimento per danni, in quanto il suo miele conteneva tracce di polline Ogm [di mais Mon 810]. [Harald Meyer, quotidiano - a cura di agra press]

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