sabato 6 aprile 2013

In Italia arrivano le “Urban Bees”


Il progetto , incentrato sulla diffusione dell’, è stato proposto nel nostro Paese dall’apicoltore di Torino Antonio Barletta che, nel novembre 2010, ha lanciato questa singolare idea l’idea su Facebook, spiegando quali sono gli obiettivi del progetto, tentando così di introdurlo nel capoluogo piemontese.


Le  urbane sono già una realtà a New York, Londra o Parigi e sono considerate delle vere e proprie sentinelle dell’. Anzi, in tempi non troppo lontani, proprio a New York vigeva il divieto di allevare api in città, sia per comprensibili motivi di sicurezza (si può intuire come possa destare preoccupazione la possibilità che sciami di api possano accidentalmente fuoriuscire dall’arnia e invadere un quartiere o un centro abitato!), sia perché si temeva che le api morissero a causa dell’inquinamento cittadino e sia perché gli apicoltori di campagna temevano la concorrenza del miele urbano. Tuttavia queste remore sono presto passate in secondo piano rispetto al dato assai rilevante che le api di città, oltre a produrre un ottimo miele, possono monitorare efficacemente gli , soprattutto nell’aria.
Ciò sarebbe possibile creando, nella città e nelle province, delle apposite postazioni per l’installazione periodica di  apiari urbani, cioè di arnie “cittadine” in cui allevare i laboriosi insetti. Andrebbero bene quindi balconi, terrazze, giardini, orti e qualsiasi altro spazio verde, pubblico o privato, messo espressamente a disposizione per il progetto.
A Torino, dove peraltro, divieti particolari circa l’allevamento di api non ce ne sono mai stati, l’apicoltura urbana ha iniziato a prender piede, proprio come fosse una consolidatissima buona pratica ambientale, tant’è che il Comune di Torino, proprio oggi, in sede di commissione ambientale, sta ospitando gli esponenti del progetto UrBees, riconoscendone l’importante ruolo per l’ambiente e l’ urbano.
E in effetti, i vantaggi che l’apicoltura urbana produce sono molteplici: alcuni a favore degli stessi cittadini i quali, partecipando attivamente all’allevamento delle api, possono usufruire di prodotti genuini come miele o propoli (rigorosamente testato in laboratorio, degustato e poi distribuito ai cittadini), altri a favore dell’ambiente perché, attraverso l’analisi del miele, si può rilevare la presenza di metalli pesanti come nichel, piombo o altri inquinanti, tenendo presente che queste sostanze, nel miele sono bassissime(per cui commestibili e innocue per l’uomo) ma studiate nel complesso possono rilevare degli squilibri pesanti nell’intero ecosistema della città. Inoltre le api sono dei bioindicatori, cioè sono in grado di dirci come cambia l’ambiente e, in più, concorrono a tutelare la biodiversità, ad esempio attraverso lo spostamento di pollini, favorendo così lo sviluppo della flora circostante.
Infine il progetto prevede una campagna di sensibilizzazione e di educazione all’allevamento urbano delle api, attraverso l’organizzazione di seminari, convegni, mostre, attività di formazione professionale, attività culturali nelle scuole, la produzione di materiale audiovisivo, in modo da far conoscere ai più i vantaggi dell’iniziativa, in tutte le loro sfaccettature.
Per tutti quelli che volessero partecipare attivamente all’iniziativa o volessero richiedere informazioni per avviarne una simile nella propria città, esiste la pagina di facebook“Progetto Urbees”, in cui sono indicati tutti i link e gli indirizzi mail per entrare in contatto con i membri del progetto.

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